Catturare la “fugacità” del tempo dall’oblio perenne, fermare per un momento quelle fotografie sbiadite, spezzate, scomparse assieme ai loro nomi: come se la poesia dell’immagine avesse il potere di “resuscitare”, almeno per un istante, vite perdute.
Vecchie fotografie che ci guardano passeggiare lungo i vialetti dei camposanti, sbiarciando tra le lapidi, con il sole, il vento, la pioggia: VOLTI che il tempo sbiadisce, incrina, consuma, lacera: VOLTI PERSI per sempre.
Immagini di molti decenni fa, genti diverse con molte storie di eventi che li hanno spenti, come ora anche i loro smalti graffiati, rovinati, di concessioni scadute, stanno spegnendosi.
In un estremo sforzo, incontrandomi, michiedessero di “bucare” il passato per tornare un poco fra noi.