“Imago Mundi” è un’opera enciclopedica del frate Onorio, forse della chiesa d’Autun in Borgogna. Terminata nel 1101, ebbe una vasta eco e fu tradotta in varie lingue. Nell’opera condensò parte del sapere antico: la Terra, il firmamento, nonché fonti mitologiche greche come il Flegetonte (il fiume di fuoco dei greci e di sangue di Dante), lo Stige (il fiume dell’odio), l’Acheronte (mitico fiume che Caronte attraversa con le anime verso il regno dei morti).
Dopo mille anni, sappiamo che lo Stige esiste davvero e che non scorre solo sottoterra. Abbiamo scoperto che l’entropia appare inarrestabile verso il disordine totale, come insegna la formula visionaria di Ludwig Boltzman: “S = k log W”. Poco alla volta, l’entropia salirà al suo livello più alto generando quella che viene chiamata la “morte termica” perché il sistema si troverà in uno stato perenne di quiete, equilibrio e pace. Non esisterà più alcuna energia. L’equilibrio avrà raggiunto la massima perfezione, ma tutto il sistema sarà morto. Un tempo forse molto lontano che non vedrò.
Con gli occhi di oggi ripenso all’Imago Mundi e “scrivo” foto del mio piccolo universo: m’immergo nel nulla, nell’assurdo della vita, nelle pessimistiche parole, eppure consolatorie, di Albert Camus ne “Il mito di Sisifo” (1942):
“Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice“.