Nella mia lunga attività di fotografo ho usato il colore per documentare i miei viaggi familiari. Raramente mi ha sfiorato l’idea di usarlo per creare qualcosa di diverso e in tal caso ho quasi sempre preferito le polaroid.
Ho sempre avuto la sensazione che il colore, alla fine, fosse ridondante nelle fotografie.
Nel secolo XXI la mia impressione è quella che le nuove macchine sempre più performanti, i programmi per pc ormai non solo più di ritocco, ma vere e proprie officine creative, in realtà nella stragrande maggioranza dei casi, vengano usati per creare immagini con forti sembianze “pittoriche”, anzi spesso, una sorta di nuovo “pittorialismo” che, mentre ad inizio Novecento, ambiva ad accreditarsi come nuova forma d’arte, in questo nuovo secolo non si capisce bene il senso.
Certo, ci siamo passati un po’ tutti, sperimentalmente, ma erano operazioni tra la macchina, filtri e camera oscura, quarant’anni fa.
La mia prima foto stenopeica: un buco con uno spillo nel cartone posto davanti alla macchina fotografica sul davanzale della finestra della mia camera, era il 1980…