E’ stato il primo lavoro fotografico intorno al corpo, iniziato nel 1982, tra il desiderio di prenderne coscienza, la paura dei mostri che poteva liberare, il desiderio verso nuovi orizzonti, un po’ come entrare nella caverna di Platone.
Mario Giacomelli scrisse su queste foto: “Il tempo dello sguardo, le memorie dell’esistenza sono per Tozzi traduzioni di una scrittura, richiami inquietanti per un rapporto d’interiorizzazione. Il suo è un lungo viaggio nelle ombre dove la forma corrosa diventa sostanza e l’immagine soggetto per comunicare tra spazio terreno e spazio infinito“.